Gravissimo incendio distrugge parte della Nidec

Gambugliano mercoledi 9 febbraio un devastante incendio ha distrutto parte dello stabilimento Nidec . Sono proseguite durante la notte di mercoledì le operazioni dei vigili del fuoco di controllo degli ultimi focolai, ancora presenti sotto la parte collassata del devastante incendio che mercoledì ha coinvolto l’azienda Nidec di Gambugliano.

Ancora presenti dei focolai nel centro dell’azienda nella parte crollata e quindi più difficili da essere estinti. Nella giornata odierna la valutazione da parte dei tecnici dei vigili del fuoco di come rimuovere parte della struttura crollata per raggiungere le ultime parti ancora in combustione.

“Dopo i risultati delle analisi di ieri arrivati in nottata – dichiara il sindaco di Gambugliano Matteo Forlin – Arpav consiglia a livello precauzionale di mantenere le prescrizioni assunte mercoledì: tenere le finestre chiuse fino a nuove analisi che verranno svolte nella mattinata di oggi, giovedì 9 febbraio. Si consiglia anche di non stazionare all’esterno ed eventualmente di usare mascherina fpp2”.

Un incendio improvviso e devastante, il capannone in parte collassato e inagibile, il lungo lavoro dei pompieri tra mercoledì e giovedì per spegnere il rogo e impedirne la ripresa di altri focolai, e ora l’inevitabile conferma dell’impossibilità di riprendere l’attività almeno nel breve periodo, con la conseguente quanto inevitabile messa in cassa integrazione dei dipendenti della “Nidec Fir” di Gambugliano.

C’è un clima di sconforto che si respira al pari dell’odore di bruciato all’esterno dell’azienda che produce motori elettromeccanici, evacuata poco prima del mezzogiorno di mercoledì 8 febbraio al divampare di un maxi incendio che ha sbriciolato la struttura e insieme anni di lavoro, in via della Croce nella zona industriale del pase dell’hinterland di Vicenza. Pare si sia salvata dalle fiamme solo la sezione dedicata agli uffici, mentre macchinari, prodotti in lavorazione e scorte e forniture sono andate in fumo, constatando danni per centinaia di migliaia di euro.

Abitazione in fiamme Zovo di Castelvecchio

Valdagno 27 dicembre 2022 Da poco dopo le 1:00 di stanotte, quella tra lunedì 26 e martedì 27 dicembre, i vigili del fuoco sono impegnati in contrada Zovo di Castelvecchio a Valdagno per l’incendio di un’abitazione centrale affiancata, a seguito del quale nessuna persona è rimasta ferita. 

I pompieri, arrivati da Schio, Arzignano e con i volontari di Recoaro con 3 autopompe, 2 autobotti e 15 operatori, sono riusciti a circoscrivere le fiamme, evitando il coinvolgimento delle strutture attigue. L’allarme dell’incendio è stato dato da persone residenti su un altro agglomerato di case poco distanti, in quando tutta la struttura interessata dal rogo al momento con nessuna persona residente.

L’abitazione interessata dalle fiamme è andata completamente distrutta e in parte collassata internamente. Ancora in corso questa mattina le operazioni di bonifica e l’accertamento delle cause dell’incendio da parte dei tecnici dei vigili del fuoco.

Gravissimo incendio azienda agricola ad Albettone

Albettone ore 1:30, di domenica, i vigili del fuoco stanno operando per un incendio divampato all’interno di un’azienda agricola ad Albettone: nessuna persona è rimasta ferita. Le fiamme hanno interessato un capannone utilizzato come ricovero mezzi e attrezzature e tre depositi di paglia e fieno. I pompieri arrivati da Lonigo, Vicenza Est e e con i volontari di Thiene e Recoaro con 4 autopompe e 3 autobotti e 26 operatori, hanno iniziato le operazioni di spegnimento riuscendo a mettere in salvo gli animali. Le cause del rogo sono al vaglio dei tecnici dei vigili del fuoco.Le operazioni di bonifica eseguite anche con l’ausilio di escavatori proseguiranno presumibilmente per tutta la giornata di oggi.

Foza. Fiamme all’assalto del bosco

Sembra non avere fine la lunga serie di incendi che da qualche settimana a questa parte sta colpendo su più fronti l’intera regione Veneto e il Vicentino in particolare: da stamattina bruciano i boschi di Foza, nei pressi di località Tommasini.

Centinaia di ettari bruciati con un dispendio immane di risorse umane e idriche proprio in un momento in cui le precipitazione latitano da mesi lasciando a secco l’intero comprensorio.

Per l’incendio nel piccolo comune altopianese, segnalato ancora stamane poco dopo le 10 del mattino, sono tuttora presenti numerose squadre dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Asiago, Vicenza e Thiene, oltre ai volontari della Protezione Civile e del nucleo AIB sempre di Asiago: indubbia la matrice dolosa del rogo che risulta innescato in punti molto distanti tra loro al fine di acuirne e aggravarne gli effetti.

Per molte ore, oltre a due elicotteri della struttura regionale che si approvvigionano nel lago di Corlo ad Arsiè, si è affiancato anche il potente Erickson Air Crane S-64: chiusa per precauzione la strada provinciale 76 della Valgadena dalla località Costalta fino al centro di Foza, a seguito segnalazione di alcuni massi in carreggiata oltre che per agevolare le operazioni di spegnimento.

Il Summano brucia, vasto incendio nel bosco

Dal primo pomeriggio di mercoledì, i Vigili del fuoco stanno operando sul Monte Summano nei pressi di via Rovrea a Piovene Rocchette per un incendio sterpaglia nel bosco di vaste proporzione, che ha anche minacciato un’abitazione.

I pompieri arrivati da Schio e con il supporto dei volontari di Thiene e dell’elicottero Drago 71 del reparto volo di Venezia e successivamente della Regione, hanno operato per scongiurare che le fiamme raggiungessero la casa che è stata salvata.

Sono ora in corso le operazioni di spegnimento con lanci effettuati dagli elicotteri e l’intervento da terra con squadre miste dei Vigili del fuoco e volontari di Protezione civile dell’antincendio boschivo regionale.

Incidente mortale in Valle dell’Agno , auto contro camion all’imbocco della galleria

Cornedo Vicentino 16 marzo 2022 Gravissimo incidente oggi nel primo pomeriggio a Cornedo Vicentino. E’ accaduto alle 14.30 all’ingresso del tunnel ‘Serenissima’ sulla variante della Provinciale 246. Una persona, di cui non si conosce ancora l’identità, rimasta a lungo incastrata fra le lamiere, è morta. Si tratterebbe di un cittadino di 31 anni di nazionalità indiana residente a Castelgomberto.

Non è ancora chiara la dinamica ma dalle prime ipotesi un’auto Audi, alla cui guida vi era la vittima, in fase di sorpasso all’uscita dalla galleria si è scontrata con un bilico Volvo (di un’azienda di Montebello, condotto da un italiano di circa 50 anni) che viaggiava verso Sud da Spagnago in direzione di Cereda. Coinvolta anche un’auto Volkswagen condotta da un cittadino marocchino.

I pompieri arrivati da Schio e Arzignano, hanno messo in sicurezza i mezzi, e collaborato ai soccorsi del conducente della Volkswagen Golf, rimasto ferito e preso in cura dai sanitari SUEM. Niente da fare per il conducente dell’Audi A3 deceduto sul colpo, come accertato dal medico. Illeso il conducente del mezzo pesante. Sul posto la polizia locale e i carabinieri che hanno bloccato il traffico ed eseguito i rilievi del sinistro per determinate le cause dell’incidente. Le operazioni di soccorso dei vigili del fuoco sono terminate alle 16:00 circa.

Vasto incendio doloso al Tretto.

Schio 12 Marzo 2022 Località Bosco di Tretto

ORE 7.30 – Dalla tarda serata di ieri brucia il bosco al monte Brazome, sopra contra’ Alba di Tretto. L’allarme è scattato poco dopo le 22.30 e sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco di Thiene e la protezione civile scledense specializzata in incendi boschivi. L’area interessata in un primo momento sembra interessare sterpaglie e bosco. Il fronte dell’incendio è piuttosto ampio, come testimoniano le tre lingue di fuoco ben visibili a chilometri di distanza. Le operazioni di spegnimento sono ancora in corso ed è stato richiesto anche l’intervento dell’elicottero.

ORE 10 – Le operazioni di spegnimento sono iniziate dalla lingua di fuoco che sta salendo verso il Novegno. Il fronte dell’incendio, partito da sopra contra’ Alba, è molto ampio, ma fortunatamente non sta coinvolgendo abitazioni ma solo sterpaglie e bosco. L’elicottero fa carichi ogni 5 minuti e l’acqua, che scarseggia, la stanno portando su gli agricoltori con le autobotti da Schio. Operazioni ancora in corso. 

ORE 12 – Prosegue senza sosta l’intervento dei vigili del fuoco sul Monte Brazome, sopra contra’ Alba, per un vasto incendio boschivo divampato nella tarda serata di ieri. Nella notte i pompieri hanno monitorato il rogo per escludere che le fiamme potessero estendersi a strutture rurali. Questa mattina, come detto, sono iniziate le operazioni di spegnimento con la presenza dell’elicottero regionale. Sul posto il personale dei vigili del fuoco di Schio, Vicenza e i volontari di Thiene, supportato dalle squadre di protezione civile dell’antincendio regionale. Atteso l’intervento di un secondo elicottero per fronteggiare l’incendio che ha un fronte di diverse centinaia di metri.

ORE 16 – Continua incessante l’impegno di vigili del fuoco e volontari della protezione civile per domare l’incendio divampato nella tarda serata di ieri sul Monte Brazome. Sembrano esserci pochi dubbi sull’origine dolosa del rogo, tanto che il sindaco di Schio Valter Orsi ha lanciato un appello su Facebook: «Aiutateci a individuare il criminale. Chi avesse notato qualcosa lo segnali senza tentennamenti alle forze dell’ordine. Fatelo per il nostro ambiente, fatelo per rispetto delle decine di persone impegnate nel cercare di domare l’incendio. A loro il mio grazie di cuore».

ORE 18.30 – I lavori di spegnimento dell’incendio divampato nella tarda serata di ieri sul Monte Brazome al Tretto si sono conclusi verso le 18. I mezzi dei vigili del fuoco, impiegati per domare le vaste fiamme che hanno divorato il bosco, stanno facendo rientro dopo circa 20 ore di lavoro. Tutta la zona resta sotto stretta sorveglianza per monitorare la ripartenza di eventuali focolai.

Costa Concordia, dieci anni dal naufragio

Costa Concordia

Credo sia doveroso il ricordo di quei 8 uomini che per primi arrivarono alla costa Concordia , una testimonianza di chi per primo coordinò i soccorsi , i vigili del fuoco non si ritengono eroi , sono persone umane che mettono davanti a se una missione , salvare vite , con la loro costante e minuziosa continua preparazione e ognuno con le proprie specializzazioni , a loro va il nostro grandissimo ringraziamento e l’orgoglio di avere la possibilità di far parte di questo corpo , ed in questa grande famiglia .

Il racconto del coordinatore dei soccorsi dei vigili del fuoco

È incredibile ma già 10 anni sono trascorsi da quel venerdì 13 gennaio. Ricordo la corsa affannosa da Roma con la vettura irrispettosa di qualsiasi limite di velocità, le continue telefonate durante il percorso con l’amico, il prefetto Giuseppe Linardi, con cui già tracciavamo le linee della gestione dei soccorsi, le disposizioni al personale di Grosseto di cui ero comandante, il Centro operativo nazionale che pretendeva aggiornamenti che nessuno era in grado di fornire e mentre viaggiavo alla massima velocità verso Porto S. Stefano cercavo di prefigurarmi lo scenario operativo. Una nave da 3.000 persone semi affondata davanti Giglio Porto. Ma dove? Come? Difficile da credere, ancora più difficile prefigurarsi il piano operativo. Alle 22:45 sono sul molo, il fedele Roberto Trapassi è già lì con la mia attrezzatura. Mi cambio direttamente sulla banchina non c’è anima viva e fa dannatamente freddo, la motovedetta della Capitaneria di porto ci attende con i motori accesi. Conto i miei uomini nove in tutto, maledettamente pochi, ma è stato il meglio che siamo riusciti a fare con così poco preavviso, altri ne arriveranno, senza considerare i due sommozzatori trasportati con l’elicottero del Suem e già all’opera insieme ai colleghi della polizia.
Ci imbarchiamo nel nero inchiostro della notte sul mare, siamo tutti in silenzio, forse consci dell’ ardua sfida che ci attende. E infine eccola! Immensa balena spiaggiata, lucine intermittenti, a centinaia, ci lampeggiano da bordo, sono i naufraghi. Il primo impatto è da togliere il fiato, il mio primo pensiero è mo che c…o faccio. Ma è un attimo, scarto l’idea di scendere sul Giglio, si punta dritto verso la biscaglina di prua, troppo ripida per fare scendere i passeggeri e pertanto libera. Il moto ondoso provocato dalle numerose imbarcazioni accorse non rende facile l’arrembaggio siamo costretti a cambiare natante in mare aperto e a trasbordare su di un gommone, da lì finalmente affianchiamo la murata e iniziamo l’ascesa. In poco siamo sul fianco della nave. Decine di persone rassegnate ci guardano dai ponti sottostanti in cui sono rimaste bloccate. Decidiamo di dividerci in due squadre, una capitanata da Roberto si inoltra nell’interno dello scafo, l’altra alle mie dipendenze opera sui ponti esterni. Ho la necessità di mantenere i contatti telefonici con i vertici delle Amministrazioni, sono l’unico comandante a bordo. Già! Ho cercato invano gli ufficiali della nave, tutti hanno seguito l’esempio del loro famigerato capitano, tutti fuggiti.
Le ore passano veloci siamo saliti che era mezzanotte e già albeggia. Lo sbarco e il recupero dei superstiti procede senza sosta. Non abbiamo il tempo di pensare a cosa accadrebbe se la nave, come tutti si aspettano iniziasse la sua corsa verso gli abissi. Si muove sotto i nostri piedi, continua a inclinarsi ma non appare allontanarsi dalla linea di costa. Sono le otto, altro personale è arrivato da Grosseto e da Civitavecchia, abbiamo sbarcato l’ultima infortunata, una ragazza con delle fratture agli arti. Tempo di scendere a terra. Salgo da buon ultimo sulla barca della capitaneria accostata alla murata di poppa. Metto finalmente piede sull’isola e il mio sommesso ringraziamento va a santa Barbara, è andata bene anche questa volta.
Ma è da qui che inizia il difficile, bisogna organizzare le ricerche affrontando uno scenario per il quale non valgono né esperienza né procedure. Un foglio bianco su cui scrivere una pagina di riscossa della nazione. Chiamo il ministero voglio i migliori, mi traggiungeranno sull’isola Fabio Cuzzocrea, all’epoca comandante di Nuoro per aiutarmi nella gestione dei sommozzatori e Fabio Bargagna uno degli esperti nazionali Saf. Alle 8:30 la prima riunione operativa c’è il sindaco Sergio Ortelli, il comandante della Capitaneria, I miei funzionari Sgherri e Trapassi e pochi altri. Lo stato di emergenza verrà decretato solo dopo 10 giorni, nonostante le interlocuzioni con Franco Gabrielli Capo dell Protezione civile siano frequenti, di fatto siamo soli e i problemi tanti. Bisogna assicurare la logistica ai soccorritori e la piccola isola certo non aiuta, impensabile istallare un campo base, gestire i giornalisti arrivati da tutto il mondo, la libertà di stampa è garanzia di democrazia e va difesa, ma i cronisti sono un problema. Ci sono i parenti delle vittime, debbo gestire da responsabile dei soccorsi, nomina arrivata nella notte, i soccorritori di polizia di stato, guardia di finanza, capitaneria di porto, vigili del fuoco, comsubin della marina militare oltre ai volontari del Cnsas. Sono ore febbrili i traghetti da Porto S. Stefano scaricano uomini e mezzi e imbarcano i naufraghi. In 24 ore abbiamo rimandato tutti a casa e dato inizio alle ricerche a bordo nave. I piani di emergenza prendono forma, troviamo con i nostri Saf due passeggeri di nazionalità coreana rimasti bloccati a bordo, li riportiamo in salvo seguiti a poche ore dall’ultimo superstite, il commissario di bordo. Le ricerche continuano sia nella parte immersa che in quella emersa. Lavorare in quell’universo capovolto che è diventato il relitto più famoso del mondo non è semplice. Isoliamo la base operativa, una porzione del porto che comprende la veranda di un ristorante chiuso nel periodo invernale mio nuovo centro di comando e lavoriamo. Non sappiamo nulla della stabilità dello scafo e questa è la mia più grande preoccupazione, oltre al possibile inquinamento delle acque che metterebbe in crisi i dissalatori, la possibilità che qualche naufrago finito in mare sia stato trascinato via dalla corrente, la necessità di garantire l’operatività dei reparti, fare la conta dei dispersi, evitare infortuni al personale in uno scenario allucinante.
Il resto è cronaca. L’operazione Costa Concordia sarà un grande successo operativo e tecnologico. Nessuno al mio comando ha subito infortuni, si è lavorato in perfetta armonia tra diverse amministrazioni, abbiamo assolto al pietoso compito di restituire i corpi delle vittime. Il 12 notte ci ritroveremo in forma privata al Giglio, senza gradi, lustrini o riflettori, solo lî per onorare le vittime di questa tragedia del mare e da amici stringerci a coorte ancora una volta per dirci che c’è sempre un’Italia sana, la parte più bella di una grande nazione.
Un unico rimpianto non essere riuscito a fare ottenere a quegli undici eroici vigili del fuoco della prima ora il dovuto riconoscimento.
E che nessuno gridi più un inutile: «salga a bordo cazzo».

Ennio Aquilino
*coordinatore soccorsi vigili del fuoco

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Si blocca la strada che da Gallio sale a Campomulo

Asiago 5 dicembre 2021 Una nevicata quasi inaspettata quantomeno per intensità quella che attorno alle 16 del pomeriggio di oggi domenica 5 dicembre, si è affacciata sull’Altopiano dei Sette Comuni portando sicuramente un gradito effetto coreografico ma anche non pochi disagi.

La nevicata, breve ma appunto particolarmente copiosa, ha accumulato in poco più di un’ora diversi centimetri al suolo cogliendo alla sprovvista non pochi avventori giunti nelle località altopianesi per gustare l’aria natalizia dei mercatini entrati ormai nel vivo.

A peggiorare la situazione il fondo stradale ghiacciato: macchine non sempre equipaggiate con gomme termiche o catene come da obbligo in vigore dal 15 novembre, si sono trovate quindi in panne nelle principali arterie del comprensorio ostacolando il regolare deflusso del traffico di rientro nonchè il lavoro dei mezzi spartineve.

Sul posto anche i Vigili del Fuoco intervenuti loro malgrado per soccorrere gli improvvidi automobilisti: “Quando certi avventurieri della domenica” – si sfoga con la consueta schiettezza il Sindaco di Gallio Emanuele Munari –  “senza gomme termiche e catene a bordo, sfidano la sorte e il meteo…ostacolando i mezzi sgombraneve e mettendo a rischio la propria e l’altrui incolumità… queste sono le conseguenze. Ringrazio e chiedo anche scusa ai Vigili del Fuoco per averli disturbati oggi causa fenomeni umani”.

Eppure le previsioni parlavano chiaro circa il tempo di questi giorni con fioccate possibili sino a quote medio basse e temperature in discesa. Figuriamoci in montagna.

La donna di Schio aveva lasciato l’auto a Pian delle Fugazze e alla sera non era rientrata

Pian delle Fugazze 12 novembre 2021. Sabato sera attorno alle 22.40 il Soccorso alpino di Schio e quello di Recoaro – Valdagno sono stati attivati su richiesta del Soccorso alpino di Rovereto a seguito della segnalazione del mancato rientro di un’escursionista, partita alle 9.30 dal passo Pian delle Fugazze a Vallarsa, dove aveva lasciato la sua macchina parcheggiata, per un giro verso Campogrosso e il ponte di corde Avis e non rientrata.

La donna, 43 anni, di Schio, aveva mandato l’ultimo messaggio a un amico verso le 10, poi il telefono aveva continuato a suonare libero senza risposta. Sotto la pioggia battente, le squadre si sono distribuite lungo i possibili itinerari, da Pian delle Fugazze a Campogrosso, sotto la Sisilla, ponte Avis, sentiero della Loffa, malga Boffental, parte del sentiero del re, sentiero della Croce, Selletta nord ovest.

Sul posto anche i Vigili del fuoco di Schio e un’unità cinofila molecolare, che ha iniziato a guidare il conduttore lungo una traccia. Al vaglio anche le celle telefoniche e le telecamere, sotto la supervisione dei carabinieri. Mentre i soccorritori – oltre venti le persone ritrovatesi sul Pian delle Fugazze – valutavano come procedere nella notte e riprendere con nuove forze all’alba, poco prima delle 3 la donna è stata rintracciata a casa di un conoscente grazie ai controlli sulle celle agganciate dal cellulare, e quindi l’allarme è rientrato.