Lotta contro gli incendi di interfaccia

COME FARE PREVENZIONE

Nella prima fascia intorno all’abitazione, con un raggio di distanza di almeno 1O m, è consigliato adottare le mag­giori precauzioni riducendo il carico di combustibile vege­tale. In quest’area bisogna prioritariamente considerare la tipologia delle specie presenti, e la loro distribuzione nelle spazio è preferibile pertanto utilizzare piante a bassa ca­pacità dì infiammabilità (ad esempio. evitare l’uso di macchia mediterranea, piante oleose e resinose). limitandone la distribuzione e la continuità nello spazio verticale e oriz­zontale. Nella seconda fascia, di 10-30 m , è consigliato comun­que operar e una riduzione del carico, seppur in misura mi­nore rispetto alla prima fascia. La copertura arborea non dovrebbe essere superiore al 40%. In caso di terreno in sensibile pendenza è opportuno aumentare la distanza tra le chiome, e tra queste e l’abitazione.

NORME PRATICHE PER LA PREVENZIONE

  • taglia regolarmente l’erba;
  • mantieni la base delle chiome degli alberi a minimo 2.5 m dal terreno per evitare la continuità verticale tra il suolo e la chioma;
  • mantieni le chiome degli alberi distanti tra loro almeno 2.5 m e distanti 5m da tetti e strutture;
  • per scongiurare /’effetto “miccia” evita la presenza di siepi senza elementi di discontinuità o siepi che terminano adiacenti all’abitazione;
  • mantieni le piante del giardino bene irrigate;
  • predisponi una riserva idrica multifunzionale (1,5 m3 di acqua)

GESTIONE DELLE STRUTTURE

  • mantieni i tetti e le grondaie pulite dal deposito di aghi e foglie;
  • mantieni sfiati e altre aperture pulite da foglie ed aghi, ed eventualmente installa una rete metallica a maglia stretta;
  • nella prima fascia (1O m) è consigliato /’installazione di un impianto di irrigazione;
  • è utile dotarsi di un tubo dell’acqua di una lunghezza adeguata per poter operare su tutti i lati de/l’abitazione;
  • installa gazebi e tende da sole con telo richiudibile;
  • proteggi con particolare attenzione i serbatoi di gpl;
  • non creare accumuli di legna e altro materiale facil- mente combustibile adiacente al/’abitazioni;
  • ricorda sempre dove si trovano le valvole di chiusura del gas ed il quadro generale della corrente elettrica;
  • conosci il piano di protezione civile comunale ed i numeri d’emergenza;
  • conosci quali sono le aree di attesa dove recarsi in caso d’evacuazione;
  • consulta il bollettino sul rischio incendio boschivo.

COME ESSERE E SENTIRSI PRONTI

Gestione del giardino e delle strutture:

  • chiudi le finestre e gli avvolgibili/persiane;
  • chiudi le tende da sole ed i gazebi;
  • proteggi le prese d’aria de/l’abitazione;
  • rimuovi materiale che può facilmente volare con il vento (ombrelloni, gonfiabili nelle piscine, vestiti ad asciugare, ecc.);
  • rimuovi eventuale materiale infiammabile temporaneamente presente nel giardino (residui di potature, ecc.);
  • sposta le auto in zone sicure (garage o aree prive di vegetazione e siepi) e chiudi i finestrini delle vetture;
  • chiudi rubinetti del gas;
  • disconnetti i sistemi automatici di apertura di porte e cancelli. Lasciando aperte le vie di accesso e di fuga

NORME DI COMPORTAMENTO

  • verifica e predisponi il tubo di irrigazione, ed eventualmente bagna il lato della proprietà dal quale proviene l’incendio;
  • attiva l’impianto d’irrigazione del giardino;
  • verifica chenon ci siano ostacoli nella viabilità di accesso all’abitazione e negli spazi di manovra che possono essere utili ai mezzi di soccorso;
  • vestiti con indumenti non facilmente infiammabili e cheproteggono tutto il corpo;
  • predisponi dei secchi con acqua e dotati di asciugamani da inumidire;
  • segui le indicazioni delle strutture locali di protezione civile;
  • awisa i vicini di quanto sta succedendo;
  • sposta in zona sicura gli animali, limitando per quanto possibile i loro confinamento in aree circoscritte;
  • non utilizzare i numeri d’emergenza per richiedere informazioni.

METTERSI IN SALVO

  • chiudi e sigilla tutte le porte con dei panni bagnati;
  • comunica la situazione alle autorità locali di protezione civile o alle strutture di soccorso e rimani in contatto con /oro;
  • stai distante dalle finestre (i vetri possono scoppiare con il calore);
  • trova riparo nella parte dell’abitazione opposta all’arrivo del fronte di fiamma;
  • tieni vicino una torcia ed alcuni secchi con acqua;
  • proteggiti dal fumo con un fazzoletto bagnato sul viso;
  • proteggiti dal calore con indumenti umidi.

COME EVITARE IL PERICOLO D’INNESCO

  • rispetta i divieti e le norme di abbruciamento dei residui vegetali disposte dalle regioni e dalle autorità locali;
  • rispetta i divieti e le norme di accensione de barbecue disposte dalle regioni e dalle autorità locali;
  • non accendere fuochi in giornate ventose;
  • fai attenzione quando svolgi lavorazioni che possono produrre scintille (ad esempio, smerigliatrici e saldatori) o di fiamme libere (ad esempio fiaccole);
  • fai attenzione a/l’utilizzo di macchinari e attrezzi agricoli con organi rotanti che, al contatto con il terreno, possono produrre fiamme libere o scintille;
  • non parcheggiare l’auto sopra erba o foglie secche;
  • non gettare mozziconi di sigarette o fiammiferi accesi;
  • rispetta i divieti e le norme per svolgere i fuochi pirotecnici ed il lancio delle lanterne cinesi.

3° Corso TPSS

USB Pubblico Impiego - Coordinamento Nazionale Vigili del Fuoco ...

Thiene 12 novembre 2021 Ancora una volta raggiunto un nuovo obiettivo per i nostri volontari che con ambizione e impegno , ed un notevole sacrificio di tempo e fatica sono riusciti a completare il corso TPSS , corso impegnativo , arricchendo cosi la professionalità dei nostri distaccamenti , ringraziamo inoltre gli istruttori che con pazienza certosina si sono prodigati in un tempo così ristretto con argomenti complessi . Grazie a Tutti

Addestramento all’uso delle Motoseghe

Come ogni mese i nostri Vigili del fuoco Volontari procedono alle 5 ore di addestramento obbligatorio mensile , oggi parleremo dell’uso delle motoseghe divenuto uno strumento essenziale nelle nostre APS e altri mezzi, fondamentale soprattutto in questi continui eventi climatici.

Qui di seguito ci sono alcune linee guida per il buon utilizzo ma soprattutto per l’utilizzo in sicurezza di questi attrezzi.

Come funziona la motosega

Come sai, i componenti fondamentali della motosega sono 3: gruppo motore, organo di taglio (barra e catena), sistema d’impugnatura. Tramite una ruota dentata (pignone), il motore trasmette il movimento alla catena – l’elemento tagliente vero e proprio della macchina – che scorre lungo la scanalatura della barra.

A differenza del corpo macchina che è fisso, la barra e la catena della motosega sono mobili e devono essere montate. La procedura di montaggio è simile per tutte le motoseghe, ma per fornirti un esempio concreto, in questo articolo ci riferiremmo a quella valida per i modelli di motoseghe.

Come montare barra e catena della motosega

Usa solo barre e catene raccomandate dal manuale d’uso e manutenzione della tua motosega:

Procedi quindi seguendo queste fasi di montaggio di barra e catena, indossando sempre un paio di guanti.

  • Sblocca il freno catena/paramano tirandolo verso l’impugnatura anteriore.
  • Smonta il carter copri-catena e svita la vite tendicatena.
  • Infila la barra nel prigioniero (o vite a collare).
  • Monta la catena tra il rocchetto e la scanalatura della barra rispettando il senso di rotazione della catena (prendi come riferimento il dente delle maglie taglienti).
  • Inserisci il carter copricatena nel suo alloggiamento, avvita la vite tendicatena e fissa il dado (o i dadi) del carter, ma senza serrarlo.
  • Regola la catena tramite la vite tendicatena.
  • Serra il dado (o i dadi) per fissare il carter copri-catena: non avviare mai la motosega senza carter.

Regola la catena della motosega alla giusta tensione in modo che scorra facilmente lungo la barra, trascinandola a mano o, meglio ancora, usando il gambo di un cacciavite. La catena è ben tesa, quindi non allentata o troppo stretta, quando tirandola verso l’alto la sollevi di qualche millimetro (circa 4 mm).

Con la catena tesa correttamente tagli meglio, lavori in sicurezza e ti garantisci la durevolezza della catena stessa e della motosega. Per tutto questo, oltre al giusto tensionamento è importante anche la lubrificazione del sistema barra/catena.

Quando tagli con la motosega usa sempre abbigliamento protettivo omologato. Oltre ai guanti, di base un paio di pantaloni professionali con protezione antitaglio e una giacca con protezione antitaglio. Per una sicurezza ancora maggiore puoi aggiungere un paio di scarponi antitaglio e proteggere la testa con un casco protettivo completo di visiera e cuffie.

Come si accende la motosega: l’avviamento

Prima di avviare la motosega fai rifornimento, sempre a motore freddo. Puoi acquistare della miscela già pronta o prepararla in una tanica omologata, con benzina senza piombo per auto e olio per motori a 2 tempi sintetico. Rispetta la proporzione benzina/olio suggerita dalla confezione, per esempio quella dell’olio per motori è del 2%: 2 cl di olio per ogni litro di benzina. La miscela è infiammabile: fai queste operazioni all’aperto e non fumare.

Come avviare la motosega a motore freddo? Mettiti ad almeno 3 m dal punto in cui hai fatto rifornimento e segui questi passaggi:

  • Inserisci il freno catena/paramano spingendolo in avanti, verso la barra.
  • Carica di miscela il carburatore schiacciando il primer.
  • Imposta lo starter (leva dell’aria) in posizione “Close”: a motore caldo non deve essere necessario usare lo starter, dunque salta questo passaggio.
  • Appoggia la motosega per terra in posizione stabile: la catena deve essere lontana da oggetti e libera di girare (quindi non avviare la motosega se la barra è incastrata in un taglio).
  • Tieni salda l’impugnatura anteriore.
  • Tira la fune d’avviamento alcune volte, fino al primo scoppio.
  • Riporta lo starter nella posizione originale (“Open”).
  • Tira di nuovo la fune d’avviamento per avviare il motore.
  • Aspetta qualche secondo che il motore si scaldi, tenendolo al minimo.
  • Sblocca il freno catena tirandolo verso di te, cioè verso l’impugnatura anteriore.
  • Accelera per sbloccare la semi-accelerazione automatica.

Come si usa la motosega: come tagliare e i principali tipi di taglio

Prima di iniziare a tagliare con la motosega, verifica di avere sufficiente luce e visibilità, accertati che l’area di lavoro sia sgombra e distante da cavi elettrici minimo 10 m. Sia durante l’avviamento della motosega che durante il taglio, fai in modo che persone e animali rimangano ad almeno 15 m.

Lavora sempre mantenendoti in posizione stabile e sicura, mai in equilibrio su una scala. Quando tagli con il lato inferiore della barra, cioè con “catena a tirare”, hai il massimo controllo della motosega: la catena tira la motosega verso il tronco e la parte anteriore della motosega funge da appoggio.

Fai, invece, attenzione quando tagli con il lato superiore della barra (con “catena a spingere”). In questo caso, infatti, la catena tende a spingere la motosega all’indietro e, se la presa della motosega non è ben salda, c’è il rischio che la lama “scivoli” fino a incontrare il settore “a rischio” di contraccolpo, cioè la parte superiore della punta della barra. Per “contraccolpo” si intende lo scatto improvviso verso l’alto e all’indietro della motosega

Non tagliare sopra l’altezza delle tue spalle perché, con una presa alta della motosega, diventa difficile controllare il possibile contraccolpo. Sempre per evitare contraccolpi, non usare la punta della barra per tagliare.

Se con la motosega poti dei grossi rami (diametro maggiore di 10 cm), non reciderli mai con un unico taglio dall’alto al basso: il loro stesso peso strapperebbe corteccia e fibre, danneggiando le piante. È meglio, invece, usare la tecnica del taglio di scarico (per taglio di scarico si intende il praticare prima un taglio nella parte inferiore della branca da tagliare, per poi completare il taglio partendo dalla parte superiore).

BARELLA PER SOCCORSO IN AMBIENTI OSTILI

Come sempre si cerca di stare sul tema del soccorso tecnico urgente , con questa nuova attrezzatura molto all’avanguardia ed indispensabile nel nostro territorio montano .Un ringraziamento particolare all’associazione nazionale volontari che grazie ai contributi fondamentali del Comune di Recoaro Terme hanno donato al distaccamento di Vigili del Fuoco Volontari di Recoaro Terme questa barella spallabile che andrà ad integrare la nostra dotazione , un ulteriore ringraziamento ai tecnici della Kong venuti per addestrarci nel suo corretto utilizzo.

Notizie tecniche

Evoluzione di un grande classico, Lecco 2.0 è la nuova barella per il soccorso in montagna che mantiene la stessa versatilità della versione precedente con nuove caratteristiche che la rendono ancora più versatile ed efficiente!
Le caratteristiche principali sono:

– nuova comoda sacca da trasporto rinforzata e verricellabile che permette uno stivaggio ultra-rapido; dotata di etichetta personalizzabile per una rapida identificazione

– pronta per l’uso in meno di un minuto montata da un solo operatore

– telaio e telo pre-assemblati, nessun componente che può essere perso

– telaio diviso in 3 segmenti 

– nuovi maniglioni ergonomici a sezione variabile (ovale-tondo) per una distribuzione del carico sulle spalle e un trasporto più confortevole

– cerniera del telo dotata di 4 cursori che permette l’apertura parziale per ispezione e gestione del ferito

– cerniera aggiuntiva lato piedi

– visiera trasparente che permette di mantenere il contatto visivo con il ferito

– ampia gamma di accessori che garantiscono la massima affidabilità nelle varie condizioni di utilizzo

La sua lunghezza, manici compresi, è di 3.1 metri. Senza manici è lunga 2.0 metri. Smontata e inserita nello zaino da trasporto, ha un ingombro di 85x55x22 centimetri. Il peso è di 16 kg (zaino escluso).

Il telo è dotato di una serie di cinghiaggi di colori differenti per immobilizzare il ferito in più punti. Le quattro cinghie di chiusura esterne garantiscono un bloccaggio perfetto. Il telo è completamente apribile con cerniera lampo a doppia apertura per consentire l’ispezione degli arti inferiori. Cerniera aggiuntiva all’altezza dei piedi. Le sue ampie dimensioni e la lunghezza delle cinghie di chiusura, consentono l’inserimento del materassino a depressione (accessorio utilissimo per garantire il perfetto immobilizzo del ferito).

Gli spallacci sono ricoperti da una comoda imbottitura e si distinguono in anteriori e posteriori. Gli spallacci anteriori si possono montare in posizione diritta per il trasporto normale, o in posizione girata per pendii estremamente ripidi o salti strapiombanti in modo di impedire al soccorritore di scivolare fuori con le spalle. La lunghezza dei manici posteriori permette al soccorritore una buona visibilità sul terreno.

La barella, completa di spallacci, è stata progettata per sopportare un carico di lavoro (SWL) uniformemente distribuito sul telo pari a 180 kg (fattore di sicurezza 1:4). Tale carico non deve mai essere applicato in un solo punto. La Kong ha riprodotto in laboratorio condizioni simili a quelle di effettivo utilizzo, effettuando test distruttivi di trazionatura lenta. Il bilancino di sospendita da elicottero, e quello per uso teleferica, permettono di sopportare un carico SWL di kg 500 (fattore di sicurezza 1:4). Il fettuccione per calata barella, inserito correttamente come da istruzioni, è garantito per un carico SWL di kg 400 (fattore di sicurezza 1:4).

Vincitrice del premio Compasso d’Oro, segnalazione d’onore anno 1994.

Scheda tecnica riportata da https://www.kong.it/it/prodotto/lecco20/

2° Corso TPSS Tecniche Pronto Soccorso Sanitario

USB Pubblico Impiego - Coordinamento Nazionale Vigili del Fuoco ...

Thiene 30 luglio 2020 Ancora una volta raggiunto un nuovo obiettivo per i nostri volontari che con ambizione e impegno , ed un notevole sacrificio di tempo e fatica sono riusciti a completare il corso TPSS , corso impegnativo , arricchendo cosi la professionalità dei nostri distaccamenti , ringraziamo inoltre gli istruttori che con pazienza certosina si sono prodigati in un tempo così ristretto con argomenti complessi . Grazie a Tutti

Corso 3° per guida in sirena

I vigili del fuoco di Vibo completano il super corso per la guida ...

Schio 16 luglio 2020 Dopo aver conseguito la patente di 2° grado , e terreni impreparati i nostri colleghi si sono misurati in un nuovo corso di 3° grado per la guida in sirena

Un grosso plauso a quei nostri colleghi che hanno dedicato del tempo prezioso nel completamento del corso di 3° per ottenere l’abilitazione alla guida Autopompa in sirena , un ringraziamento agli istruttori e a chi ha dato la possibilità di avere in distaccamento ulteriori autisti , per un rinforzo della funzionalità ed un ricambio a quelli già presenti.

Centralina idraulica per divaricatore , cesoia e martinetto

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SOCCORSO IDRAULICO

Generalità

Sulla scena di un incidente ogni minuto è prezioso. Dopo gli attimi di confusione iniziale provocati dall‟urto e dalla distruzione, la scena appare ferma, chi poteva allontanarsi lo ha fatto mentre tra i rottami e le lamiere piegate restano le persone che hanno bisogno di soccorso. Sono prive di sensi, o sono ferite in modo grave, o semplicemente sono rimaste incastrate e non riescono a muoversi. Devono essere rimosse dalle lamiere e affidate ai soccorsi sanitari senza ulteriori traumi e il più rapidamente possibile. Occorrono attrezzature che possano tagliare, tirare, piegare, spostare, sfondare e che siano trasportabili il più vicino possibile alla scena del sinistro, dove spesso i veicoli non riescono ad arrivare. Queste attrezzature costituiscono il Kit da soccorso idraulico.

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Il Kit da soccorso idraulico si compone generalmente di:
-un motore primo;
-un sistema di trasmissione;
-apparecchiature utensili (divaricatore cesoia, martinetti idraulici);-accessori di impiego.

Gruppo divaricatore-cesoia

Il gruppo divaricatore-cesoia costituisce il nucleo fondamentale del kit da soccorso idraulico. La combinazione adottata nei caricamenti delle più recenti APS, comprende:

-un motore endotermico, a benzina o a miscela;
-una pompa idraulica ad esso accoppiata direttamente;
-un sistema di trasmissione idraulica, basato su un fluido che, messo in
pressione dalla pompa, offre la stessa pressione all’utensile all’altra estremità;
-una tubazione doppia, di colore diverso per la mandata e il ritorno fluido;
-una cesoia;
-un divaricatore a doppio effetto.

Oltre a questi sono utili in intervento:

-una serie di catene e ganci per utilizzare il divaricatore per effettuare una
trazione;
-una serie di martinetti di sollevamento e spinta;
-una pompa a mano per emergenza.

La necessità di garantire la maneggevolezza necessaria nell’intervento di soccorso fa sì che ciascun attrezzo debba poter essere utilizzato da un solo operatore che a volte – costretto dalla situazione dell‟incidente o del disastro – lavora in posizione fisica sfavorevole, innaturale, rispetto allo sforzo che deve fare. Quindi i 25-30 kg, che in linea di massima potrebbero essere accettabili per un‟attrezzatura, si riducono fino ad un massimo di 18-21 kg, compresi fluidi e raccordi.

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Questo tipo di attrezzature possono essere utilizzate per interventi su veicoli stradali che hanno subito un incidente, l‟apertura di accessi ad abitazioni, gli ascensori e i luoghi cintati. Per interventi più impegnativi – incidenti ferroviari, crolli di edifici ecc. – occorrono strumenti di maggiori dimensioni e complessità. Sono possibili numerose combinazioni alternative, a seconda del costruttore del kit, o delle tecnologie impiegate.
Per quanto riguarda la trasmissione idraulica, essa si può realizzare sia con sistemi che prevedono che il fluido impiegato sia portato a pressioni di non più di 300/350 bar che con sistemi che prevedono invece pressioni fino a 700 bar. Vantaggi e svantaggi delle due soluzioni, per quanto riguarda la maneggevolezza, sostanzialmente si equivalgono. La maggiore pressione consente minori pesi per la minore quantità di fluido in circolazione e ridotte dimensioni dei cilindri di azionamento, ma obbliga a maggiori spessori e rigidezze per poter resistere a sollecitazioni superiori. Non è possibile utilizzare insieme componenti di Kit diversi.

In alternativa, il sistema di azionamento può essere di tipo elettrico, a sua volta distinto in bassa tensione (12 o 24 V) o in media tensione (230 o 400 V). In questo caso al motore endotermico è accoppiato un generatore elettrico e le tubazioni contenenti fluido sono sostituite da cavi elettrici di sezione appropriata. Nel caso si sappia che sul luogo dell‟intervento è disponibile un‟alimentazione elettrica corretta – cosa che non succede spesso nel campo di lavoro pompieristico – questo tipo di gruppo di salvataggio può anche fare a meno del motogeneratore.
L’azionamento pneumatico, ad aria compressa, è invece non indicato per il soccorso perché richiede tubazioni di diametro eccessivo per potere essere maneggevoli in situazioni di emergenza.

Esistono infine gruppi da intervento che fanno a meno del sistema di trasmissione perché sono composti da singoli utensili ciascuno dotato di un piccolo motore endotermico. Sono ugualmente poco utilizzati perché sono più pesanti, costituiscono una fonte di calore pericolosa sia per chi li utilizza che per la possibilità di innesco di atmosfere esplosive, ed infine perché sono una fonte di rumore e gas esausti di scarico che peggiora molto le condizioni di lavoro dei soccorritori oltre a risultare nocivi alle persone soccorse. Esiste anche la possibilità di usare un solo attrezzo, definito “combinato”, idoneo a tutti i tipi di lavoro, sia di taglio che di allargamento e di tiro.

Il “combinato” risolve molti problemi di ingombro e di disponibilità delle attrezzature, in particolare sui mezzi più piccoli, ma presenta inevitabilmente minori prestazioni ed uso più complesso. Un cenno meritano gli strumenti portatili, estremamente leggeri, destinati per lo più ad usi specifici.

Tra questi si possono citare:
-i piccoli divaricatori per apertura porte, da azionarsi con pompe a mano, piccole
e silenziose;
-gli strumenti per il taglio del tondino usati durante le demolizioni.

Questi sono azionati da piccole cariche esplosive e sono idonei ad essere utilizzati su macerie e rottami grossolani.

Funzionamento della centralina
La centralina può lavorare esclusivamente con attrezzature il cui impiego sia previsto
a 350 bar.
La valvola di comando posta sul coperchio della centralina consente di azionare due
utensili alternativamente.
La posizione centrale della leva è quella di neutro, in cui l’olio rientra in circolo nella
centralina; le posizioni a destra e a sinistra comandano l’azionamento dell’utensile
collegato alle rispettive prese idrauliche. Le uscite sono contrassegnate con le lettere
P e T; all’uscita P si connette il giunto rapido femmina; all’uscita T il giunto rapido
maschio della tubazione binata. La tubazione, idonea per una pressione di 350 bar e
per il tipo di fluido idraulico impiegato, presenta una pressione di scoppio di 1400 bar.

Prove tecniche di ricezione radio

Ricezione radio - Copia

In un area di intervento come la nostra e necessario che la comunicazione via radio sia sempre efficiente e almeno , sufficientemente chiara , a questo proposito abbiamo compiuto verifiche tecnico-ambientali per sopperire a questo tipo di problematica tesa ad individuare delle zone in cui il segnale , non dei ponti radio ma direttamente con un canale dedicato siano possibili . Il risultato è una copertura soddisfacente per quanto riguarda questo canale , nel contempo abbiamo potuto compiere delle verifiche anche verso la nostra centrale operativa di appartenenza . Un grazie anche ai TLC dei vigili del fuoco che ci hanno dato delle dritte e aiutato in alcune problemtiche tecniche di cui noi non eravamo a conoscenza .

Cosi abbiamo approfittato della situazione e aggiunto un’infarinatura su quanto riguarda le comunicazioni via radio , un argomento importante per tutti gli operatori .

Per chi volesse capirne di più : http://www.tlcveneto.altervista.org/

Grazie Buon Lavoro

 

 

Valle dell’agno emergenze

matt favorita

29 settembre 2018 Parco la Favorita Valdagno : Valle dell’Agno Emergenze

Presenti anche noi vigili del fuoco volontari del distaccamento di Recoaro con il nostro piccolo gazebo , i vigili del fuoco normalmente non si vedono molto in giro se non in intervento , siamo stati invitati e per questo ringraziamo tutta la comunità che ci ha ospitato , noi siamo presenti a Recoaro Terme , nel nostro piccolo distaccamento situato in località Facchini , siamo composti da circa 20-22 volontari operativi una APS prima partenza e un Pickup L200 per raggiungere luoghi più impervi . Prestiamo la nostra professionalità alla comunità , anche se molti non sanno che esistono nella nostra valle  , quella di ieri è stata per noi una grossa opportunità che ci è stata concessa , noi abbiamo dimostrato la nostra capacità operativa e interventistica , di questa missione che ci è stata affidata , grazie di cuore a tutti quelli che hanno potuto vedere l’intervento e che hanno compreso le difficoltà e le peripezie che comporta questo lavoro , fare il vigile del fuoco non è certo facile , quando esci con la sirena spianata non sai cosa ti aspetta .

Grazie a tutti dai Volontari del distaccamento di Recoaro Terme

“Domiamo le fiamme e doniamo il cuore “

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